Il ranunculus asiaticus con tutta probabilità giunse in Europa all’epoca delle Crociate (quindi dal XII al XIII secolo).
In particolare si sa che fu Luigi IX, in ritorno dalla Terra Santa, ad introdurli in Francia: all’epoca però non furono apprezzati in maniera particolare, forse per scarsa conoscenza del metodo colturale.
Si dovette aspettare fino alla metà del 1600 perché qualcuno cominciasse ad apprezzarli e a diffonderli. In particolare l’imperatore ottomano Maometto IV fu un grande appassionato di floricoltura. Diede vita ad una vasta raccolta delle varietà più belle (che fece ricercare in tutta l’Anatolia, in Persia, sull’isola di Rodi e di Creta) che, clandestinamente, giunsero anche in Europa, nel sud della Francia.
Il ranuncolo deve il suo nome proprio alla comunissima rana, questo per la predilezione che il ranuncolo ha nei riguardi dei luoghi paludosi ed umidi, proprio come l'animale.
Esistono diverse varietà di colori, i ranuncoli sono fiori molto gradevoli e colorati, che somigliano a roselline gialle, rosse, rosa, salmone, oro, bianche o arancioni. Sono fiori in grado di trasmettere allegria e colore, di ornare e decorare determinati punti del giardino o del terrazzo con bellezza ed originalità.
Secondo le leggende, un mitologico coyote stava alzando lo sguardo in alto, quando un'aquila piombò addosso e li catturò. Il racconto prosegue dicendo che il coyote utilizzò i ranuncoli come suoi occhi. Uno dei nomi del fiore è “occhi di coyote”, proprio per questo motivo.
Si dice che il fiore esprima il messaggio, “Sono abbagliato dal tuo fascino”.
Le parti verdi del ranuncolo contengono liquidi molto velenosi. L'uomo deve prestare particolare attenzione al succo che appunto esce da questa pianta perché il contatto con gli occhi può provocare seri problemi alla pupilla ed il contatto con la pelle causa spesso dermatiti. Il pericolo però svanisce se le parti vengono tagliate e seccate e non presenta in ogni caso alcun problema al tatto. Questa pianta costituisce invece un pericolo maggiore per i gatti.