Il nome primula deriva dal latino “primis”, ovvero “primo”, perché la primula è uno dei primi fiori che nascono dopo le candide e gelide nevicate, quando il manto bianco scompare e nei prati comincia a crescere l’erba novella. Il suo nome significa quindi “primo fiore”, oppure “colei che sboccia per prima”, ed anche “fior di primavera”.
Le leggende narrano che la primula sia un potere nel mondo delle fate, la quale consente di vedere questo strabiliante universo. Le leggiadre fatine, infatti, sono molto affezionate ai fiori, prendendosene cura, sorvegliando il loro ciclo vitale.
Secondo varie storie, ovunque ci siano dei prati di primule, ci saranno sicuramente anche delle fatine e per poterle vedere basta mangiare questo potente fiore. Per questo motivo le primule vengono considerate come una magia, poiché consentono di rendere l'invisibile visibile. L'invisibile può essere colto toccando la roccia di fata, con un numero appropriato di primule, dove si aprirà la porta verso il loro mondo incantato. Chi utilizza invece un numero errato e ingiusto di primule, rischia di incrociare la rovina. A questo punto l'uomo si pone la domanda chiedendosi quante primule bastano per conoscere il mondo fatato, ma all'essere umano non è consentito sapere!
Oltre alla leggenda legata al mondo delle fate, noi umani conosciamo altre due storie riguardo alle primule.
La prima interessa la figura di San Pietro, un uomo molto religioso e pio, al quale il Signore affidò le chiavi del Regno dei Cieli. La storia narra che Gesù chiese al santo un nuovo mazzo di chiavi del Paradiso; quest'ultimo lanciò le sue chiavi dal cielo e cadde in una zona settentrionale d'Europa. Lì apparve la prima specie di primula e, data la sua forma, venne chiamata mazzo di chiavi.
La seconda storia è legata agli elfi, in cui si racconta che le primule abbiamo un ruolo ideologico tra il mondo terrestre ed il mondo della luce. Si narra che proprio su un prato di primule gialle, sbocciò l'amore tra il re degli elfi ed una donzella terrestre, moglie di un nobile re, la quale soleva danzare tra i prati in una giornata soleggiante. Da questo impossibile amore, si racconta che sia nata la guerra tra gli uomini e gli elfi.