Il nome deriva dal greco e probabilmente fu assegnato da Dioscoride, noto medico dell'antichità, vissuto nel I secolo d.C.
In Polinesia, da sempre, l'ibisco è portato tra i capelli dalle ragazze; i ragazzi invece sono soliti appoggiarne un fiore sull'orecchio destro, se sono fidanzati, sull'orecchio sinistro, se sono “liberi”.
I suoi fiori sono delicati e leggerissimi e hanno una durata molto breve, di solito un giorno; per questo regalando l'ibisco si vuole esaltare la bellezza fulminea e fugace. Il linguaggio amoroso ottocentesco si è sbizzarrito su questo fiore: donarne uno all'amata significa “tu sei bella”, il siriaco a fiore bianco ne loda la lealtà e rosso la pazienza del corteggiatore, mentre i colori cangianti attestano un rifiuto. Il rosso sangue, inutile dirlo, è “ferita al cuore”
L’ibisco è anche il fiore nazionale delle isole Hawaii, nella sua versione gialla, ed è anche rappresentato negli emblemi ufficiali della Corea del sud, la quale, nell'inno nazionale, paragona l'immortalità del fiore a quella della patria. I cinque petali del fiore rappresentano le cinque qualità di: dovere, felicità, unità, pace e purezza. Nei paesi asiatici, come Cina e Giappone, l’ibisco è allegoria di femminilità, sessualità e calore. In Asia il fiore è comunemente regalato alla spose come simbolo di fertilità della coppia.
Durante l’epoca vittoriana, quando i fiori adornavano l’abbigliamento, le acconciature, le porcellane ed i gioielli, l’ibisco venne ad assumere il significato di “incommensurabile bellezza”. Quest’accezione derivava dalle condizioni climatiche in cui il fiore prosperava, richiamando alla mente temperature miti, giorni soleggiati e luoghi esotici da paradiso. Nel diciannovesimo secolo, quando il fiore d’ibisco veniva indossato da una ragazza nubile, voleva significarne la maturità sessuale e la sua disponibilità a contrarre matrimonio.
Oggi, quando l’ibisco viene utilizzato nelle composizioni, assume il significato di bellezza delicata e fragilità. In nord America, il fiore è noto come “rosa di Sharon” ed è utilizzato dalle comunità evangeliche per simboleggiare la sposa perfetta: feconda, bella e pura.