Questa piccola e dolce pianta governata dal sole è una delle erbe officinali più conosciute, considerata fin dall’antichità per le sue potenti qualità terapeutiche.
L’importanza simbolica di questo fiore è conosciuta fin dalla notte dei tempi. Si è scoperto, infatti, che nell’imbottitura della mummia del faraone Ramses II erano presenti tracce del suo polline, probabilmente per propiziare ed infondere forza e calma nel viaggio di passaggio verso l’aldilà.
Da sempre è consigliata da naturalisti e medici. Dioscoride (I secolo d.C.) la raccomandava per le sue proprietà emmenagoghe (favorenti la mestruazione), confermate anche dalla fitoterapia moderna.
Le sue funzioni terapeutiche aiutano a rinforzare la muscolatura dell’utero. Questo è ciò che racconta il suo stesso nome (camomilla matricaria): “matricaria”, deriva da “matrix”, che significa “utero” e da “mater” cioè “madre”.
Il nome italiano di “camomilla” deriva dal tardo latino “chamomilla”, a sua volta adattamento dal greco: “khamaimelòn”, dall’avverbio “chamain”, “a terra” e per estensione “piccolo” o “nano” e da “melòn”, cioè “mela”. Dunque “piccola mela” per il profumo dei fiori simili a certi pomi di mela selvatica.
In lingua spagnola il significato tradotto è “manzanilla” cioè “melettina”.
La camomilla era ritenuta, dai giardinieri del passato, capace di sanare le altre piante sofferenti e più deboli. Era sufficiente che i suoi cespugli venissero collocati in prossimità degli arbusti e degli alberi malati per vedere già dopo poco tempo risultati soddisfacenti.
Al fiore di camomilla viene attribuito il significato di forza nelle avversità, probabilmente per le note proprietà rilassanti degli infusi a base dei suoi fiori. In Italia ne crescono spontaneamente molte varietà. I fiori sono ricchi di proprietà attive di carattere riposante e rilassante.