- Rosa rossa: Amore, passione, desiderio.
- Rosa rosso scuro: Bellezza inconsapevole, costanza, continuità e immortalità.
- Rosa rosa: Affetto, amicizia, ammirazione, felicità, tenerezza, grazia.
- Rosa bianca: Amore puro, sono degno di te, un cuore che non conosce l’amore.
- Rosa pesca: Modestia, amore segreto
- Rosa gialla: Infedeltà, diminuzione d’amore, gelosia.
- Rosa arancione: - Seduzione, desiderio e fascino
- Rosa corallo: Desiderio.
- Rosa singola: Semplicità.
- Rosa viola: Incanto
- Rosa canina: Indipendenza, poesia, delicatezza e piacere (sofferenza e dolore fisico).
- Rose rosse e bianche insieme: Unità
- Rose rosse e gialle insieme: Solidarietà.
È ideale per ogni occasione legata all’amore, all’amicizia ed all’affetto.
Per un dono passionale scegliere rose rosse a gambo lungo per arrivare dritti al cuore della persona amata.
L’albero di pesco è originario della Cina, dove lo si può ritrovare ancora allo stato selvatico. Gli splendidi fiori che produce questo albero sono stati oggetto di poesie, canzoni e quadri celebri.
La sua storia è molto antica, addirittura nell’antico Egitto era una pianta che produceva frutti sacri ad Aprpocrate il dio del silenzio e dei bambini, ma fu grazie ad Alessandro Magno che nel I secolo d.C. arrivò a Roma, l’imperatore se ne innamorò, per lo splendore dei colori dei suoi fiori e per la bontà dei suoi frutti, quando lo vide per la prima volta in Persia. Per la produzione, il primato va agli Stati Uniti, seguiti dall'Italia, Spagna, Grecia, Cina e Francia. In Italia i primi pescheti risalgono agli inizi dell'ottocento.
Un’antica leggenda narra che il nome della pianta derivi da “pescare“, questo perché sembra che un pescatore, il quale dopo aver tirato a riva con fatica un grosso pesce, trovò nel suo ventre uno strano e grosso nocciolo, incuriosito decise di piantarlo dinanzi la sua capanna, dopo qualche mese nacque un alberello che nei mesi primaverili si vestì di graziosi fiori dalle sfumature rosee. Il primo frutto che ne derivò fu chiamato pesca, in omaggio della sua provenienza.
Nella mitologia cinese il pesco è il simbolo dell’immortalità, perché, in Cina, si crede che nutrendosi del frutto di questo albero, questo preservi il corpo dalla corruzione.
La tradizione è così diffusa che si vuole che gli immortali taoisti si nutrivano di pesche oppure di fiori di pesco.
Shoi Xing è il dio della longevità e della salute. Originariamente era un saggio che, mangiando delle pesche magiche, ottenne l’immortalità. Viene raffigurato come un vecchio, con la testa che richiama la forma di una pesca, calvo e con una lunga barba, con in mano una pesca.
Le credenze non tralasciano nemmeno il legno della pianta di pesco, questo, lavorato in forma di spada, è usato dai monaci per effettuare gli esorcismi e gli oggetti d’arredo scolpiti in legno di pesco, oltre alla funzione decorativa, assumono una funzione di protezione della famiglia, della casa, dai pericoli della vita e dai fantasmi.
Il significato di questi fiori è plurimo, in occidente simboleggia l’immortalità e la prosperità, regalare questi fiori significa amore eterno, augurio di vita prosperosa. In Egitto significano silenzio. In Giappone invece il pesco è considerato come protettore contro le forze del maligno. Mentre per i buddisti è considerato uno dei tre frutti benedetti, insieme alla melagrana ed al cedro.
Nel linguaggio dei fiori, quelli rosa e delicati del pesco hanno un significato relativo ai sentimenti amorosi. Simboleggiano proprio un amore immenso ed immortale. Diverso il significato dei petali rossi del fior di pesco, che stanno ad indicare disponibilità e compiacenza.
Unico fiore ad essere coltivato nell'Olimpo secondo miti e leggende, oggetto di passione da più di 3000 anni, la peonia è ancora protagonista nei giardini del terzo millennio. Il fascino dei suoi fiori enormi e di sublime bellezza non è minimamente scalfito dal passare del tempo e dal mutare delle mode.
Sarà anche perché le peonie sono disponibili in una varietà tale di forme e colori da trovare posto in qualsiasi situazione, dalle romantiche varietà rosa pastello da giardino dell'Ottocento, agli sgargianti fiori gialli o rosso fuoco dei nuovi ibridi orientali, dalle semplici peonie a fiore piatto a quelle sovraccariche a fiore doppio, dalle erbacee a stelo lungo alle arbustive che si fanno ammirare anche per il portamento dei rami e del fogliame.
In Oriente, dove ha avuto i natali, la peonia è associata all'immortalità, ma i suoi fiori, al contrario, sono il massimo della fugacità: chi vuole godere della sua seducente fioritura dovrà accontentarsi di ammirarla per poche settimane, perché non è rifiorente. Ma in quel breve periodo, ben poche specie possono competere con lei in bellezza e sontuosità.
Già molti secoli prima di Cristo, nella Cina imperiale, la peonia era amata maniacalmente dall'imperatore, che la faceva raffigurare sulle preziose porcellane dell'epoca e pagava una fortuna a chiunque presentasse una nuova varietà.
Ancora oggi in Cina la peonia è considerata “regina dei fiori”.
In Occidente, le peonie sono conosciute fin dall'antichità, ma soprattutto per le loro virtù medicinali: fu Teofrasto a parlarne per primo, non per la bellezza dei fiori, ma come eccellente rimedio contro l'epilessia. Si tratta in questo caso di peonie erbacee: quelle arbustive sono sbarcate per la prima volta in Europa nella seconda metà del '700.
Tre sono le leggende antiche sulla peonia: Asclepio, geloso del suo allievo, tentò di ucciderlo e Zeus per salvarlo lo trasformò nella pianta della peonia; in un'altra leggenda si dice che la peonia sia nata nel luogo in cui Diana pianse per la morte che lei stessa aveva dato a Orione; infine, una leggenda cinese narra delle ninfe che usavano petali di peonia per nascondersi.
La peonia è sinonimo di stima, rispetto, eleganza ed un augurio per una lunga vita.
In Oriente è simbolo di fortuna e di un matrimonio felice. In Europa è detta anche rosa senza spine ed è simbolo delle storie d’amore romantiche. Si regala la peonia il dodicesimo anno di matrimonio. Il fiore incarna l'amore, l'affetto e la prosperità.
Inoltre è simbolo di onore, valore e nobiltà d’animo. Quando fiorisce, la pianta è simbolo di pace. La peonia è anche di buon auspicio per la prosperità economica e la fortuna negli affari.
Nel linguaggio dei fiori e delle piante il glicine, in Cina ed in Giappone, simboleggia l’amicizia e la disponibilità. Tale significato è stato adottato anche dai paesi occidentali, nei quali regalare una pianta di glicine è simbolo di amicizia sincera e riconoscenza.
Il glicine simboleggia anche la longevità e riporta all'immortalità, a causa della sua elevata resistenza che può arrivare anche a superare il secolo di vita.
La celosia condivide, nelle sue diverse varietà, lo stessosignificato dell’amaranto. Si tratta quindi di una fioritura perfetta per esprimere immortalità, il perdurare di un sentimento. Un mazzo di rose con delle celosie nel mezzo? Una promessa di amore eterno impareggiabile.
Nel linguaggio di fiori e delle piante simboleggia l’amicizia e la stima.
Regalare un fiore di amaranto è l’espressione non verbale di un sentimento autentico che non cambia con il tempo perché eterno ed unico.
Il fiore di amaranto, simbolo dell’immortalità nella cultura occidentale, è “l'unico che non appassisce” nel significato del termine greco “amarantos” all’origine etimologica della sua denominazione. La sua bellezza eterna fu contrapposta a quella fugace delle rose dallo scrittore greco Esopo (ca 620 a.C.- ca 560 a.C.) nel breve componimento intitolato “La Rosa e l’Amaranto”, inserito nella raccolta di 358 “Favole” a scopo morale. Nel XXI libro del trattato botanico enciclopedico “Naturalis historia”, lo scrittore naturalista romano Plinio il Vecchio (23-79) spiegò di avere osservato che l’amaranto davvero aveva la peculiarità di non morire mai: raccolto per l’essicazione, riprendeva vita miracolosamente appena a contatto dell’acqua, anche se i fiori erano ormai diventati appassiti.
L’immortalità dell’amaranto fu citata anche nel libro III del poema epico in versi sciolti “Paradiso perduto” (Paradise Lost), pubblicato nel 1667 dallo scrittore e poeta inglese John Milton (1608-1674). Per questo motivo, i greci utilizzarono questi fiori sacri nei riti funebri, per ornare le tombe e le immagini degli dèi.
Nella mitologia greca, Amaranto, re dell’isola di Eubea e cacciatore amato dalla dea della caccia Artemide, fu da questa tramutato in fiore dopo essere annegato a causa di un’onda gigantesca scatenata contro di lui dal dio Poseidone, offeso dal suo sminuire di valore il mare. Nell’ellenismo pagano, la pianta di amaranto fu infatti sacra al Tempio di Artemide, ad Efeso, in Turchia, e gradite alle dee ghirlande di questi fiori.
Presso gli antichi greci, il significato dell'amaranto rappresentava anche i sentimenti profondi ed immutabili nel tempo, come quelli dell'amicizia e della stima reciproca, ma ricorsero a questa pianta pure per ricercare protezione e benvolere.
I romani la ritenevano capace di tenere lontana ogni invidia e sventura, di favorire le guarigioni (ponendo i fiori di amaranto sul capo come un cerchietto) e di annientare le emozioni negative come il mal d’amore.
Nei secoli XVII-XIX, si credeva che l’amaranto portato addosso sulle vesti inducesse benessere al corpo.