E’ una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Rosacee che cresce in Europa e nell’America del nord.
Il suo nome deriva dalla parola “spira”, ovviamente collegata alla forma dei suoi piccoli fiori profumati, solitamente color bianco crema.
Era un fiore molto amato in passato. Tradizionalmente, oltre che per la sua ampia presenza, era chiamata “regina  dei prati” perché molto amata dalla regina di Inghilterra Elisabetta I, per il suo aspetto soffice e delicato.
Questa pianta, conosciuta sotto il nome ufficiale di spirea ulmaria,  è tipica della tradizione celtica ed anglosassone e per centinaia di anni è stata considerata un erba sacra e simbolica. Insieme alla verbena ed alla menta d’acqua fa parte della terna delle erbe sacre dei druidi.  
In Gran Bretagna si usa aromatizzare vino e birra con la spirea: i suoi fiori hanno infatti un retrogusto vanigliato.
Era la pianta da cui si estraeva l'acido spireico (acido salicilico), ai fini della produzione di acido acetilsalicico. Ad essa fa riferimento il termine aspirina, coniato quando la produzione ha potuto fare a meno della pianta stessa.
In erboristeria veniva utilizzata, e talvolta ancora oggi usata, come stimolante della sudorazione ed antipiretico.
Nel rinascimento veniva utilizzata con molta facilità per curare le febbri malariche e l’arteriosclerosi.
Fu dimenticata per un paio di secoli da questo punto di vista, fino a che un prete di campagna francese di nome Obriot nel 1851 non la portò all’ospedale di Lione che la utilizzò contro la ritenzione idrica e la idropisia.
Una leggenda legata alla spirea vuole che re Alboino, re dei Longobardi, volendo conservare intelligenza e vivacità intellettuale con il passare degli anni, consumasse insieme al suo bicchiere di vino serale della “barba di capra”, nome con il quale nella zona di residenza dell’antico re, viene comunemente chiamata questa erba.
Le foglie presentano margini dentati ed una forma lanceolata, stretta e oblunga di colore verde brillante o verde scuro.
I fiori sono a forma di coppa, riuniti in racemi o corimbi e compaiono generosamente, durante la primavera, nel caso delle specie a fiori bianchi, oppure durante l’estate nelle altre specie.

Originario delle isole Canarie, lo statice, detto anche limonio, è una pianta erbacea perenne appartenente al genere limonium della famiglia delle  Plumbaginaceae.
Molte specie di questa famiglia di piante sono native delle regioni mediterranee. Alcune delle specie crescono selvaggiamente in parti dell’Australia e del Nord America. Normalmente, la pianta può essere trovata crescere nelle zone costiere. In realtà, è uno dei fiori secchi maggiormente utilizzato nelle composizioni. Comunemente è spesso usato come riempitivo nel bouquet. Perfetto per lasciare senza respiro un bambino. Con la sua vasta gamma di colori, è una grande scelta per congratularsi con una varietà di fiori.
Coltivata come annuale, la pianta si presenta con radice fittonante, steli erbacei variamente ramificati e contorti e piccole foglie con margini irregolarmente ondulati.

Le foglie per lo più a sviluppo basale scompaiono al momento della fioritura.
I fiori, noti con il nome di “fiori di carta” per la loro consistenza,
perché i loro petali sono simili alla carta e la loro lunga durata nel tempo, sono infiorescenze a corimbo dalle diverse tonalità di colore (bianco, giallo, arancio, rosa, lavanda, ed azzurro). Può essere conosciuto come: lo “statice tedesco”, il “viola statice”, lo “statice inglese”, il “limonium”, il “latifolium”, e la “lavanda di mare”.
La loro particolarità sta nel fatto che non hanno bisogno d’acqua e durano per diversi mesi, i loro gambi si seccheranno ma  i fiori rimarranno lucenti e non perderanno il colore, non hanno bisogno di nessuna cura particolare, non sporcano, sembrano dei fiori finti ma molto più belli.
Molte specie di statice possono essere conservate per molti anni come fiore essiccato, mentre i fiori recisi possono durare solo pochi giorni prima che ingialliscano le foglie.
Il fiore statice simboleggia il ricordo. Può anche essere usato per significare condoglianze e perdite. 

La Stella di Natale era coltivata dagli Indios e dagli Aztechi, che la conoscevano col nome di “cuetlaxòchitl” e la consideravano simbolo di purezza. In tempi molto antichi le foglie colorate della pianta venivano utilizzate dagli indigeni per tingere le stoffe, mentre il lattice estratto veniva adoperato come insetticida.
Sulla nascita della poinsettia esistono numerose leggende, tutte provenienti dal suo paese d’origine come dal suo paese d’origine proviene anche l’uso di regalare la pianta nel periodo di  Natale.
In Messico la poinsettia viene chiamata “flores de la Noce Buena” (fiori della Notte Santa), tale nome lo si deve ad un’antica leggenda secondo la quale durante la vigilia di Natale una bambina, in fondo alla cappella di una chiesa, pregava in lacrime il Signore di aiutarla a dimostrare il proprio affetto a Gesù in quanto essendo troppo povera non aveva niente da offrirgli. All’improvviso a suo fianco apparve un angelo, che la rassicurò dicendole che Gesù sapeva del suo affetto e che se proprio voleva offrirgli qualcosa sarebbero bastati i fiori che si trovavano ai margini della strada. La bambina un po’ titubante uscì dalla chiesa e raccolse un mazzo dei fiori selvatici che si trovavano nei dintorni, quando rientrò in chiesa, l’angelo la invitò a posizionarle, davanti al presepe costruito dagli abitanti del villaggio, in rilievo rispetto a tutti gli altri mazzi di fiori portati dalle persone più facoltose. Le persone presenti iniziarono a mormorare contrariate, ma dopo qualche secondo vi fu un leggero bagliore i fiori selvatici portati dalla bambina si trasformarono in magnifici e sgargianti fiori rossi.
Secondo un’altra leggenda sempre di origine messicana, molto simile alla precedente, si narra che furono le lacrime di un bambino, dispiaciuto di non aver potuto portare di meglio che un  mazzo di ramoscelli legati da un nastro rosso, a far trasformare dei semplici ramoscelli in uno dei fiori più belli del Messico.
Di leggende ve ne sono molte altre tutte simili, di certo sulla pianta si sa solo che furono i missionari spagnoli a farla diventare la pianta simbolo del Natale, poichè è in grado di dare il meglio di se proprio in coincidenza con tale festività.

Tulipano deriva dal greco “turban” e significa turbante. Il significato molto probabilmente è dato dalla forma che il fiore ha in quanto ricorda proprio quella del turbante.
E’ un fiore originario della Turchia, infatti le sultane turche della stirpe di Osman  usavano sigillare lettere e messaggi con un contrassegno a forma di tulipano. Da sempre i giardini d’Oriente sono abbelliti dai Tulipani.
In aprile a Costantinopoli si celebra la festa del tulipano. Una leggenda turca fa risalire l’origine del fiore alle gocce di sangue versate per amore da un giovane innamorato assai deluso dalla sua amata.
Fu in Olanda che si creò ben presto il culto del tulipano, ben presto fu creata anche un’unità di misura che serviva appositamente per stimare la qualità dei bulbi, il “persit”, ed inoltre, sempre i bulbi furono oggetto di quotazioni in borsa.
Un'antica leggenda persiana narra di un giovane di nome Shirin che partì in cerca di fortuna lasciando la sua amata Ferhad. La ragazza attese per lungo tempo il suo ritorno, poi, disperata, partì a sua volta alla ricerca dell'innamorato. Vagò per molto tempo e soffrì la fame, il freddo, la sete, finché un giorno non cadde su pietre aguzze e pianse con la consapevolezza che sarebbe morta senza rivedere Shirin.
Le lacrime si mescolarono al sangue e cadendo in terra si trasformarono in fiori rossi: i tulipani.
Ecco perché nell’antica Persia, il tulipano rosso era un simbolo di amore appassionato
I colori del tulipano possono essere svariati  e di tutte le tonalità, possono essere sia nani sia alti, ma, in ogni caso soavemente profumati.
Il significato del tulipano è variabile e, sostanzialmente, dipende da dove ci troviamo. Presso le popolazioni arabe, infatti, il fiore è la rappresentazione dell’amore eterno e perfetto.
In Occidente invece, quando resta legato alla sfera sentimentale, il tulipano assume altre valenze molto meno positive: è simbolo dell’incostanza emotiva e della scarsa riflessività.

All'origine del nome si danno vari significati, la parola veronica deriva dal greco e significa “io porto la vittoria”, riferito alla guarigione di molte malattie. Il termine ha anche origini latine: “vera et unica” è la frase che nei tempi trascorsi si rifaceva al significato dei fiori.
Veronica è un fiore molto piccolo e delicato, viene denominato anche “occhi della Madonna”.
La forma del fiore è infatti simile a quella di un occhio così come il loro colore, celeste, è paragonato al colore del cielo. Un tempo si usava regalare fiori di veronica ad un amico in procinto di partire, con la speranza che gli occhi divini vegliassero e seguissero sempre il proprio caro.
Nell'antica tradizione popolare cristiana, il nome del fiore si riferiva al nome della donna che asciugò il volto di Cristo, proprio per collegarla alla capacità di guarire le ferite della pelle.
In Francia era conosciuta come herbe aux ladres”, ovvero erba dei lebbrosi.
Un'antica leggenda racconta che se qualcuno osava maltrattare la pianta veronica distruggendone con sgarbo i delicati fiori, il colpevole o la madre venivano accecati dagli uccelli.
Alla fine del XVII° secolo l'uso del fiore veronica si diffuse moltissimo per prepararne l'infuso al posto del the cinese, allora assai costoso.
Sono tante le veroniche adatte ad essere impiegate come erbacee ornamentali, ma ancor di più, lo sono le tantissime varietà da esse derivate. E’ il caso della veronica spicata, da non confondere con le piante del genere hebe, impropriamente chiamati veronica, è una pianta appartenente alla famiglia delle Scrophulariacee ed originaria dell’Europa e dell’Asia.
E’ caratterizzata da fusti eretti, che portano fiori molto caratteristici riuniti in pannocchie. Le spighe floreali possono variare dal blu al rosa, al bianco. Alla base dei fusti crescono delle foglie lanceolate di piccole dimensioni. E’ una pianta particolarmente indicata per la decorazione di bordure ed aiuole, nonché per la formazione di giardini rocciosi.

Il genere viburnum appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae e comprende circa duecento specie di arbusti di dimensioni varie, decidui o sempreverdi, originari dell'Asia e dell'Europa. Nel nostro paese crescono spontanei nei boschi di querce il viburnum opulus (palla di neve) ed il viburnum tinus.
Il nome ha origini antiche e precisamente latine. Deriva infatti dalla parola “viere”, verbo che significa realizzare un intreccio, e da “vovorna”, cioè di zone selvatiche.
La denominazione fa quindi riferimento alle peculiarità proposte da questa pianta molto diffusa, che presenta dei rami estremamente flessibili, eppure particolarmente resistenti. Nell'antichità, infatti, i rami venivano usati a mò di frusta. Una fiaba boèma racconta di un giovane di nome Lucindo che si mise in testa di diventare re e per questo lasciò la famiglia per seguire un mercante ebreo.
In un paese deserto nel quale capitò per caso con il compagno, Lucindo fu messo alla prova dagli spiriti dei defunti. Lui fu generoso e caritatevole e diede sepoltura ai corpi delle anime tormentate. Allora, sulla tomba ancora fresca, crebbe un cespuglio dai fiori bianchi ed un pettirosso fatato disse a Lucindo che quei fiori di viburno l'avrebbero reso invincibile.
Il giovane ne colse qualcuno e proseguì il cammino, finché non giunse in un regno che aveva perduto da poco il re ed era governato da dodici savi. Su quel Paese gravava però la minaccia di un terribile drago con dieci teste, al quale ogni anno andavano sacrificati dieci giovinetti.
Lucindo si offrì di andare ad affrontare il drago e, fiducioso nella sua invulnerabilità, per dieci volte decapitò la mostruosa creatura con il solo aiuto di un semplice bastone.
Il popolo lo acclamò con tutti gli onori e lo fece re. L'amico ebreo rimase al fianco di Lucindo come consigliere. Ed ogni decisione importante venne sempre presa dai due passeggiando in giardino: una rigogliosa macchia di viburni che in primavera fioriva di nuvole bianche ed in autunno si copriva di bacche vermiglie. 

Il genere viola comprende circa 500 specie. Utilizzata da sempre da arabi e romani per rendere le bevande più profumate e gradevoli, ai nostri giorni viene soprattutto utilizzata per estrarre oli essenziali. In passato, le donne usavano, il mattino, questa fragrante pianta per lavarsi il viso
Una leggenda narra che Zeus, che aveva dovuto trasformare una sua amante, Io, in una giovenca, le aveva poi creato un fiore per nutrirsi, la viola mammola (viola odorata).
Una versione del mito di Attis narra che il giovane, che non poteva sposarsi con l'amata principessa Atta, si evirò sotto un pino e morì. Dal suo sangue crebbero viole dai petali rosseggianti. Disperata per la sua morte anche Atta si uccise e dal suo sangue crebbero altre viole.
È un fiore che propizia l'amore, si narra che una freccia di Cupido cadde su di una viola del pensiero (viola tricolor).
La viola del pensiero chiamata dai francesi “pensèe”, divenne, nel “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare, la chiave di tutta la commedia. Nella storia i bonapartisti ne fecero il loro simbolo, in contrapposizione al giglio dei Borboni.
Un' altra leggenda dice che un giorno Demetra, dea della terra coltivata e delle messi, si accorse che le era stata rapita la figlia Persefone. Disperata vagò nove giorni e nove notti per tutta la terra, finché scoprì che Persefone era stata rapita da Ade, il dio che regnava nelle regioni buie d'oltretomba. Demetra si disperò al punto che tutta la terra diventò grigia e sterile. Finalmente Zeus convinse Ade ad un accordo: Persefone sarebbe ritornata ogni anno presso la madre per sei mesi, tra la primavera e l'autunno, per vivere con il marito durante gli altri sei mesi dell'anno. Demetra, placata, ritornò all'Olimpo e la terra fu di nuovo fertile e feconda. Quando, all'inizio della Primavera, Persefone tornò per la prima volta tra i vivi, la terra l'accolse creando per lei del fiorellini nuovi, festosi e delicati, vellutati come i suoi occhi, dei veri “pensieri d'amore” e inventò le “viole del pensiero”. Da allora esse ritornano puntuali ogni anno, a primavera, per festeggiare Persefone che ritorna sulla terra.

La violacciocca il cui nome botanico è matthiola, in onore del medico botanico senese P.A.Mattioli, è una pianta erbacea perenne sempreverde, appartenente alla famiglia delle Crucifere, originaria dell’Europa del sud e dell’Africa.
E’ comunemente chiamata “fiore delle api”, in quanto tradizionalmente piantata nei pressi degli alveari al fine di attirare e nutrire le api.
La storia tramanda
la violacciocca come fiore preferito da Carlo Magno.
Sempre durante il medioevo, i cavalieri, i trovatori ed i menestrelli portavano un mazzolino di fiori di violaciocca vicino al cuore per ricordare la persona amata. Infatti, a quei tempi, rappresentava l’amore capace di resistere alle sventure ed alle difficoltà.
E’ un fiore molto apprezzato in Scozia ed in Inghilterra dove è utilizzato per decorare le pareti dei cottage.
Una leggenda scozzese narra che una fanciulla fu rinchiusa dal padre in una torre perché si rifiutava di sposare
 l’uomo scelto dalla sua famiglia. La ragazza era innamorata, ricambiata, di un altro.
I due innamorati organizzarono la fuga, ma la ragazza cadde dal muro della torre che era ricoperto di violacciocche, e morì. Il ragazzo, da allora, portò per tutta la vita un rametto di violaciocche sul suo cappello per ricordare la sua amata.
Il significato attribuito alla violacciocca, dopo la diffusione di questa leggenda, è quello della fedeltà assoluta.
Infatti, essendo una pianta erbacea perenne, il fiore ritorna ogni anno per consolare il suo amore perduto.
Producono un ciuffo di foglie lineari, abbastanza disordinate, spesso di colore verde-grigio; dopo alcune settimane dalla semina dal ciuffo si elevano alcuni fusti sottili, eretti, che possono raggiungere i 35-55 cm di altezza, e portano lunghe spighe di grandi fiori semplici o doppi.
I fiori della violaciocca, molto profumati, sono di vari colori: bianco, rosa, lilla, rosso, fucsia, blu, giallo, arancione e rosso,  grazie alle ibridazioni che hanno avuto atto nel corso degli anni.

Il Wax flower, detto volgarmente “fior di cera”, dovuto all'aspetto ceroso dei petali, è un piccolo arbusto perenne, che difficilmente supera i 2-3 metri di altezza, se coltivato in piena terra , appartenente alla famiglia delle Myrtaceae ed è originario dell’Australia occidentale. 
Al genere appartengono una decina di specie di arbusti sempreverdi originari dell'Australia meridionale, ma la specie coltivata di wax flower è il chamelaucium uncinatum.
Pur trattandosi di una sola specie, il successo della pianta come fiore reciso ha fatto si che venisse negli anni ibridata e coltivata selezionando varietà con fiori di colori particolari, viola, porpora, lilla ed addirittura gialli. 
Le piante di wax flower sono arrotondate, con sottili fusti ben ramificati, che danno origine ad un arbusto denso. Il fogliame è aghiforme, leggermente carnoso e coriaceo, contiene olii essenziali che lo rendono molto profumato se schiacciato, con un sentore di spezie e limone.
Tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera produce innumerevoli piccoli fiori, in particolare all'apice dei rami.
Piccoli e molto decorativi sbocciano a ciuffi alla base delle ascelle delle foglie o sugli apici dei rametti e prima della schiusa sembrano tante bacche rosso-rosate.
La corolla dei fiori è formata da 5 petali bianco-rosati, che fanno da corona  ad un centro a forma di piattino o di candelina di colore giallo-verde con un piccolo ma evidente pistillo simile ad uno stoppino giallo paglierino.
I fiori di wax flower sono molto resistenti anche sui rametti recisi, infatti viene molto utilizzata come fiore reciso ed è per questo coltivata in alcune zone del mediterraneo.
Prodotto in buone quantità in Israele, recentemente anche in Australia ed in California.

La zinnia è un fiore molto semplice e delicato: la genuinità è proprio il suo messaggio.
È una pianta annuale e perenne, appartiene alla famiglia delle Composite e le sue origini sono riscontrabili in Texas, in Colorado, nel Cile e nella Cordigliera delle Ande. Il suo nome ricorda quello del botanico Johann Gottfried Zinn, vissuto nel settecento, periodo in cui questo fiore fu in effetti portato in Europa.
Queste piante costituiscono folti cespugli eretti, ramificati, con foglie ovali, verde scuro e grandi fiori solitari a forma di margherita, semplici e doppi. I fiori di zinnia esistono di tutti i colori, tranne blu. E' possibile trovarne anche di varietà bicolori e screziate. Le dimensioni del cespuglio varia, a seconda della varietà, da 30 a 120 centimetri.

L’essenza floreale di zinnia insegna alle persone che la risata è una forma superiore di medicina. Rilascia infatti l’amarezza e ristabilisce il senso dell’umorismo, che dà all’individuo che lo possiede un’edificante visione sulla vita. La risata, infatti, non è un semplice gesto delle labbra e della bocca, ma è un vero e proprio atto liberatorio: quando ridiamo, il cervello rilascia le beta-endorfine, sostanze che favoriscono la positività.
Inoltre ridere dona relax al corpo, scioglie i muscoli della mascella, migliora la forza vitale del sangue ed aiuta notevolmente i disturbi di ansia o depressione.
 
La zinnia allinea i corpi eterici ed emozionali. Questo equilibrio, in parte, è fonte di buonumore ed allegria. Utile per gli individui agitati, depressi, ipersensibili o bisognosi di ridere, questa essenza floreale mette le persone in contatto con le loro caratteristiche infantili: la leggerezza, la felicità, la capacità di ridere sempre, anche di se stessi.

La zinnia è stata la prima pianta a fiorire sulla Stazione Spaziale Internazionale il 15Gennaio 2016.

I nostri servizi

  • Flower arrangements
    Flower arrangements
    Per realizzare un evento unico ed…
  • Scenography
    Scenography
    Il segreto fondamentale per trasformare il…
  • Matrimoni
    Matrimoni
    La scelta della Chiesa per il…
  • Marriage en Plein air
    Marriage en Plein air
    Per gli sposi che adorano dire…
  • Bouquet
    Bouquet
    Il bouquet è uno degli accessori…
  • Accessori
    Accessori
    Gli accessori floreali, insieme ai fiori…
  • Decorazioni tavoli
    Decorazioni tavoli
    La tavola, durante il ricevimento del…
  • Eventi
    Eventi
    La missione di Heliconia events è…

Linguaggio dei fiori

  • ACACIA (Amore segreto)
    ACACIA (Amore segreto)
    Nel linguaggio dei fiori e delle piante…
  • ACHILLEA (Cura per un cuore spezzato)
    ACHILLEA (Cura per un cuore spezzato)
    Nel linguaggio delle piante e dei fiori…
  • AGAPANTO (Fiore dell’Amore)
    AGAPANTO (Fiore dell’Amore)
    Nel linguaggio dei fiori esprime amore. In questo…
  • AGLIO GIGANTE (Prosperita’)
    AGLIO GIGANTE (Prosperita’)
    Per la loro suggestività, gli allium…
  • ALSTROEMERIA (Sincerità e Devozione)
    ALSTROEMERIA (Sincerità e Devozione)
    Nel linguaggio dei fiori e delle piante…
  • AMARANTO (Immortalità)
    AMARANTO (Immortalità)
    Nel linguaggio di fiori e delle piante simboleggia…
  • AMARILLIDE (Orgoglio)
    AMARILLIDE (Orgoglio)
    Simboleggia  l’eleganza, la fierezza e la bellezza splendente uniti…
  • ANEMONE (Perseveranza e Speranza)
    ANEMONE (Perseveranza e Speranza)
    Il suo nome significa “fiore del…
  • ANTHURIUM (Amore e Amicizia)
    ANTHURIUM (Amore e Amicizia)
    I fiori, data la loro forma a…
  • ASTER (Delicatezza)
    ASTER (Delicatezza)
    Nel significato dei fiori l’aster è simbolo…
  • ASTILBE (Esteriorità)
    ASTILBE (Esteriorità)
    E’ il fiore della maturità, custodito…
  • BOUVARDIA (Entusiasmo)
    BOUVARDIA (Entusiasmo)
    Nel significato dei fiori la bouvardia è…
  • CALENDULA (Dolore)
    CALENDULA (Dolore)
    Nel linguaggio dei fiori e delle…
  • CALLA (Bellezza, Candore, Purezza, Raffinatezza)
    CALLA (Bellezza, Candore, Purezza, Raffinatezza)
    Bellezza, purezza, perfezione, vita eterna, ma…
  • CAMOMILLA (Calma e Pazienza)
    CAMOMILLA (Calma e Pazienza)
    Il significato della camomilla è legato in buona…
  • CELOSIA (Immortalità)
    CELOSIA (Immortalità)
    La celosia condivide, nelle sue diverse…
  • CILIEGIO (Rinascita)
    CILIEGIO (Rinascita)
    Nella cultura orientale si narra infatti…
  • CORBEZZOLO (Stima ed Amore)
    CORBEZZOLO (Stima ed Amore)
    Il significato di questa pianta è…
  • CRASPEDIA (Fortuna)
    CRASPEDIA (Fortuna)
    Nel linguaggio dei fiori e delle…
  • CRISANTEMO (Verità)
    CRISANTEMO (Verità)
    È ideale per onorare i defunti,…